giovedì 26 luglio 2012

VIAGGIO VERSO L'ALTRA META' DI ME STESSO

Ore 02:10 AM del 20 luglio 2011… Calcolare esattamente, nella sua interezza, un processo di sviluppo dell’Anima, è quello che credetti superbamente possibile fino a quel momento. Prima della partenza pianificai  minuziosamente ogni tappa del mio viaggio, con quella stessa naturale predisposizione che sviluppai
inconsciamente nel corso egli anni nel tentativo di proteggermi, come in una corazza di anaffettività, dalle angosce che ognuno di noi prova nel lavoro, nelle amicizie, negli affetti, spesso così incapaci di sentire anche ciò che di bello sanno regalarci molti attimi della vita. Quella fresca notte, con tre mandate di chiave, chiusi anche un capitolo della mia vita e m’incamminai alla ricerca dell’altra metà di me stesso.

Dopo un paio d’ore mi soffermai a guardare alcune gocce che striavano il finestrino dell’autobus diretto all’aeroporto di Malpensa, e non potei che rievocare una corsa sotto la pioggia fatta due settimane prima, sedendomi poi ad un tavolo del Caffè Torino di Piazza San Carlo; ed ancora, appena cinque giorni dopo quel caffè, il ritrovarmi la stessa immagine guardare il temporale alla finestra della cucina di casa mia. Fino all’arrivo al Terminal, pensaialla mia vita trascorsa e a tutti gli attimi che avevo perso, incapace fino ad allora di trovare la bellezza in un gesto apparentemente semplice come il guardare la pioggia che cade, ignorando sino ad allora quali pensieri e sentimenti potessero nascondersi dietro agli occhi di chi la guardano.

L’aereo atterrò a Budapest in orario e presi un taxi diretto verso la stazione ferroviaria Déli. Nel percorso ebbi modo di ammirare la bellezza di quella “Parigi dell’est”,  inserita a cavallo di una leggera curva del meraviglioso Danubio, chiacchierando con l’autista che, pur nel suo stentato inglese, si rivelò ottimo cicerone, e che mostrò inoltre una certa ammirazione nei miei confronti quando, ad una sua domanda, gli raccontai il motivo del mio viaggio. A fine corsa mi salutò facendomi i suoi sinceri auguri.  Attesi poi qualche ora
la partenza del treno che mi avrebbe portato ad una piccola cittadina universitaria ungherese; nel frattempo pranzai con un panino ed una birra locale in un internet café antistante la stazione, controllando la posta elettronica ed inviando un paio di messaggi che mi premeva arrivassero in quel momento.
Il viaggio nelle campagne meridionali dell’Ungheria fu lento, ma mi permise di ripensare alla mia vita ed alla  ragione per cui mi trovavo lì, a come decisi istintivamente di partire pronto a percorrere più di mille chilometri, a come ognuno di essi fu da me assaporato e vissuto con tutto me stesso. Giunto a destinazione presi una stanza all’Hotel Palatinus, un albergo bellissimo del centro storico in stile Liberty, mi rinfrescai e cambiai d’abito, poi presi il telefono ed inviai un sms.

D’un tratto la meta del mio viaggio mi apparve, quegli stessi occhi verdi come smeraldi che videro la pioggia al Caffè Torino e a casa mia, quegli stessi occhi che immaginai tristi mentre lessi le Sue parole: “Ora me ne vado, non ci vediamo 10 giorni, ci sentiamo poco e tutto si sistema” ora mi guardavano colmi di felicità mentre si avvicinò correndo per cingermi in un abbraccio carico d’ Amore. Avevo ritrovato Lo’, la donna di cui mi innamorai, l’altra metà di me stesso. …
 Ore 18.23 PM del 20 luglio 2011.

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